Elezioni anticipate, governo Pd – 5 stelle o una sorpresa?
di Carmine Calabrese
Secondo gli ultimi sondaggi(che negli ultimi anni non sempre si sono dimostrati attendibili) in caso di elezioni anticipate i 5 stelle, che hanno 323 parlamentari tra Camera e Senato, nel nuovo Parlamento ne otterrebbero meno della metà. Basterebbe già questo dato a spiegare il motivo della paura del voto in autunno dei pentastellati. Il grande guru del movimento, Beppe Grillo, che da qualche tempo si era volontariamente allontanato dalla scena politica italiana, con un post sul suo blog ha stroncato senza mezzi termini un ritorno prematuro alle urne: “Altro che elezioni, salviamo il paese dal restyling in grigioverde dell’establishment”. Di Maio, cogliendo la palla balzo, ha rincarato la dose: “Beppe è con noi ed è sempre stato con noi! Il vero cambiamento è il taglio dei parlamentari. Le vere elezioni si fanno con 345 poltrone in meno. Serve cambiare. E subito”. Dalle parole di entrambi si evince chiaramente la linea politica che i 5 stelle adotteranno in questa fase: far passare Matteo Salvini come il paladino della “Casta” che ha paura delle riforme e risventolare con vigore la bandiera dell’ anti-sistema che tanti consensi ha portato negli anni scorsi a Di Maio e company. Un altro leader a cui il voto anticipato è tutt’altro che conveniente è senz’altro Matteo Renzi, che pure essendo in minoranza nel Pd, controlla ancora parte dei senatori e deputati dem. Se si andasse alle elezioni anticipate molti di questi non verrebbero nemmeno candidati e l’ex presidente del Consiglio perderebbe molto del suo potere di condizionamento sul partito e su Zingaretti e verrebbe definitivamente messo all’angolo. Almeno in teoria, perché nella pratica Renzi ha già studiato la contromossa per contare ancora nella vita politica italiana: nei prossimi mesi i suoi fedelissimi daranno vita a gruppi parlamentari autonomi che si chiameranno Azione Civile. Il primo passo verso la scissione dal Pd e la costituzione di un nuovo partito guidato dall’ex sindaco di Firenze . Nel Pd intanto si stanno facendo largo due ipotesi per scongiurare il voto anticipato: un governo di scopo sostenuto dai renziani o un accordo di legislatura con i 5 stelle caldeggiato da Zingaretti, che parlando al Nazareno ha bocciato la proposta di Matteo Renzi: “Non è credibile l’ipotesi di un governo per fare la manovra economica e poi portare il Paese alle elezioni, sarebbe un regalo a una destra pericolosa che tutti vogliono fermare. Apriamo la crisi e vedremo con il presidente Mattarella qual è la forma migliore e più credibile per contribuire a salvare l’Italia. Di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia sarebbe sbagliato dividerci”. Dal canto loro i grillini hanno bollato come bufala un eventuale esecutivo di legislatura con i dem ma si sono mostrati possibilisti invece su un governo di scopo. Così di avere il tempo di tagliare i 345 parlamentari come da loro auspicato. Ma le opzioni in campo non sono solo queste. Non è esclusa,infatti, una nuova alleanza tra 5 stelle e Lega con un premier diverso da Conte ormai inviso a Matteo Salvini. Quest’ultimo si renderà presto conto che la strada che porta alle elezioni non è tanto facile da praticare in quanto i numeri in Parlamento non ci sono. E poi non c’è da parte del capitano tutta questa voglia di tornare con il bollito Berlusconi. Un ritorno al passato che potrebbe essere un inaspettato e gradito regalo ai 5 stelle. Senza dimenticare infine che buona parte dei grillini, Di Maio in testa, rimarrebbero più volentieri con il leader lombardo piuttosto che buttarsi tra le braccia di Zingaretti e Renzi.